La disabilità è una parte naturale dell’esperienza umana. Ciononostante vivere la disabilità è un affare tutt’altro che “normale”. E’ una lotta continua contro i disagi e la burocrazia. Lo sa bene il signor Vincenzo Bracci, nativo della provincia di Viterbo, che ogni giorno deve far fronte alle difficoltà causate dalle barriere architettoniche e dall’assenza delle istituzioni. L’uomo, residente a Gallarate, vive in un perenne stato di rassegnazione che, sovente, sfocia in esperienze all’insegna dell’abbandono e della solitudine.
Dopo aver abitato per venticinque anni in un’abitazione Aler, sita in via Bolla, nel Gallaratese, Vincenzo si è trasferito in viale Certosa con la speranza che la pessima esperienza vissuta a causa dei soprusi compiuti dagli abusivi fosse solo un lontano ricordo. Purtroppo anche nel nuovo appartamento l’uomo ha riscontrato non poche difficoltà: «Abito nelle case Aler di viale Certosa 188 e non posso neanche andare al bar dall’altra parte della strada perché tutti i passaggi pedonali sono impraticabili: dove passano le rotaie del tram ci sono vere e proprie voragini nell’asfalto che rendono impossibile il passaggio della mia carrozzina elettrica che mi è stata consegnata qualche mese fa e che avrei voluto utilizzare per uscire dopo due anni trascorsi in casa a causa del Covid».
Inutili persino le telefonate alla Polizia urbana. Il Comune non è mai intervenuto a ripristinare il manto stradale. Per non parlare dell’appartamento. “Ci sono diverse barriere architettoniche che mi impediscono di fare una doccia e di chiudere la porta del bagno. Inoltre l’accesso al balcone mi è impedito da uno scalino alto 25 centimetri. Il pavimento è dissestato e sono caduto in casa dalla carrozzina più di una volta”.
Bracci, un passato da cantante dilettante e amico di Dori Ghezzi, 83 anni, è invalido al cento per cento. «Ho tante patologie e avrei bisogno di continua assistenza medica, con visite ed esami specifici, ma purtroppo proprio pochi giorni fa i servizi sociali da cui dipendo (il Servizio sociale territoriale di piazzale Accursio) mi hanno comunicato che il pulmino che una volta alla settimana mi portava a fare visite mediche non è più disponibile per loro problematiche interne organizzative».
La Ledha (associazione di promozione sociale che lavora per la tutela dei diritti delle persone con disabilità) ha cercato di risolvere la situazione e grazie ai suoi avvocati è riuscita a strappare all’Aler la promessa di inviare degli operai a casa del signor Bracci. Purtroppo i lavori, il primo agosto, non sono potuti cominciare perché mancavano i materiali per eseguirli. Il signor Bracci però non si arrende e continua a telefonare ai servizi sociali di piazzale Accursio.
Ad oggi, purtroppo, ancora nessuna risposta