Oggi pomeriggio, intorno alle 14,30 allo stadio Italo Nicoletti di Riccione, l’ultimo saluto ai ragazzi della cooperativa Cuore21 e dell’associazione Centro21. Un unico funerale per ricordare le sette vittime della cittadina romagnola. Cinque ragazzi disabili: Maria Aluigi, Alfredo Barbieri, Francesca Conti, Rossella De Luca e Valentina Ubaldi, l’ex sindaco Massimo Pironi e l’educatrice Romina Bannini. L’unica estratta viva, ma morta due giorni dopo. I genitori, come ultimo gesto d’amore, hanno donato i suoi organi.
Una perdita che lascia un vuoto incolmabile nei famigliari e in tutti quelli che li hanno conosciuti. Maria era una pasticciera, Francesca una barista, Valentina una gelataia, Alfredo e Rossella una coppia innamorata, avevano da poco festeggiato due anni e due mesi, volevano sposarsi. Proprio il giorno dell’incidente Alfredo aveva scritto sul suo profilo Facebook un post davvero emozionante. Ricordava i suoi genitori che purtroppo aveva perduto e dichiarava il suo amore infinito per “Rosellina”, scusandosi per l’ora di pubblicazione.
“Scusate se scrivo a quest’ora ma oggi è una giornata sia di tante emozioni e anche di malinconia. Oggi sono 2 anni e due mesi di fidanzamento ufficiale con la mia Rosellina. Amore mio bellissimo finalmente ho trovato una fidanzata speciale con un cuore immenso. Amore mio bellissimo ti amo per sempre. Sei lamia Regina. Sei la mia vita. E in più è anche un momento di tristezza. La mancanza di mia mamma. Mi avete dato tantissimo, avete dato tutto quello che potevate. Mi avete fatto in un modo strepitoso. Siete stati due genitori fantastici. Io e il mio cuore e la mia bocca: ci siete voi. Vi penso sempre. Non sono riuscito a farvi conoscere la mia fidanzata. Non faccio altro che pensare a voi. Tantissimi auguri di buon anniversario amore mio bellissimo“.
E poi cosa è accaduto? Il destino ha giocato a tutti loro un brutto scherzo, dietro l’angolo li aspettava la “Signora in Nero” che non ha avuto pietà di queste anime buone. Venerdì scorso il pulmino della cooperativa Cuore21 viaggiava verso il Friuli per trascorrere un fine settimana a Lauco, in Carnia (provincia di Udine): dovevano illustrare progetti a tutela dei disabili e dei giovani affetti da sindrome di Down, in collaborazione con il centro Zafiria di Riccione. Erano emozionatissimi, la prima volta lontano da casa.
Ma poco prima delle 16, sull’autostrada A4 Venezia-Trieste, in prossimità dello svincolo di Trieste, all’altezza del casello di San Donà di Piave, in quello che viene definito “il tratto maledetto”, forse per un malore dell’ex sindaco (era lui che guidava), il furgone ha tamponato violentemente un tir. L’impatto è stato terribile: il camioncino si è accartocciato sotto il camion e per Massimo e i ragazzi non c’è stato nulla da fare. Sono morti sul colpo. Eleonora, l’unica sopravvissuta, li ha raggiunti due giorni dopo.
Eleonora Gennari, socia fondatrice assieme a Eleonora Bannini, l’operatrice morta nell’incidente, appresa la notizia, era molto scossa. Ma ha parlato e ricordato chi non c’era più, anche se la sua voce tradiva l’emozione.
“Con lei ma anche con Massimo e i ragazzi è venuto a mancare un pezzo importante. Abbiamo il compito di non lasciare ciò che avevamo seminato. E ancora una volta i nostri ragazzi ci hanno insegnato qualcosa, come chi ha parlato delle vittime come parte di un ciclo, come quello delle farfalle, che ora da bruco ci voleranno intorno per darci forza. E da Riccione, ma non solo, da tutta Italia è arrivato un affetto travolgente di cui non ci rendevamo conto appieno. Uno spiraglio di luce c’è. Non siamo soli. E, per quanto ancora increduli e sconvolti, andremo avanti“.
Ed è giusto che sia così. Bisogna e si deve andare avanti, anche se la vita non sarà più come prima, fosse solo in ricordo di chi non c’è più. Vicini ai parenti e alla cittadina di Riccione, salutiamo i sette angeli.
Buon viaggio, non vi dimenticheremo!